Il Centro Abilitativo per l’Età evolutiva “Il Paese di Oz” nasce a Trento nel 1981 come articolazione dell’ANFFAS, su sollecitazione di un gruppo di genitori di bambini con Sindrome di Down. Nel 1990 il confronto tra l’équipe multidisciplinare, la Direzione e la Presidenza dell’Associazione conduce alla scelta di aprire le porte anche a bambini con altri tipi di disabilità.
Attualmente gli utenti del Centro sono circa 150, per metà affetti da Sindrome di Down, per metà da altre patologie (in prevalenza: malattie cromosomiche e genetiche, paralisi cerebrali infantili).
Non si tratta quindi di disturbi specifici (a carico di singole funzioni) né transitori, bensì di difficoltà croniche che coinvolgono contemporaneamente più funzioni (motoria, linguistica, percettiva e, nella quasi totalità dei casi, cognitiva), il mondo emotivo e la vita di relazione.
L’obiettivo è quello di sviluppare al meglio le possibilità dell’individuo e creare nell’ambiente le condizioni più favorevoli, affinché, pur in presenza di limiti anche molto invalidanti, l’esistenza sia dignitosa e soddisfacente.
L’attività del Centro si articola in percorsi di tipo riabilitativo e di tipo educativo, che a volte si succedono l’uno al termine dell’altro, a volte coesistono.
I percorsi riabilitativi possono attivare, a seconda delle necessità, i seguenti interventi:
I percorsi educativi sono volti:
Essi prevedono modalità di intervento diverse, quali attività pomeridiane in piccolo gruppo, soggiorni in contesto extra-familiare, ecc..
A seconda che siano rivolti ad adolescenti o a giovani adulti si configurano due progetti denominati rispettivamente “Centro Avanti” e “Cresciamo Insieme”.
Il bambino viene considerato:
Un simile approccio può opportunamente definirsi “presa in carico” in quanto non consiste nell’erogazione di prestazioni specialistiche circoscritte e tra loro indipendenti, bensì nella realizzazione di un progetto complessivo che si propone di dare risposta ai bisogni complessi e via via mutevoli del bambino e della sua famiglia.
Tutto ciò può realizzarsi soltanto attraverso l’attività di un’équipe che integri al suo interno professionalità diverse, sia di ambito sanitario che socio-educativo, e che si ponga in rete con i Servizi Sanitari, Sociali, Educativi e ricreativi del Territorio.
Il progetto di ogni singolo bambino, che, integrando aspetti abilitativi ed educativi può definirsi “progetto di vita”, prevede quindi da un lato interventi che coinvolgono direttamente il bambino e la sua famiglia (valutazioni diagnostiche, terapie, colloqui, ecc.), dall’altro un’intensa attività di confronto e raccordo tra gli operatori all’interno del Centro, e tra questi e le strutture sanitarie, la scuola, il servizio sociale e altre Agenzie che a vario titolo entrano in contatto col bambino.
L’équipe multiprofessionale è composta da: