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Psicomotricità

Psicomotricità

In Italia esistono diversi orientamenti psicomotori come d’altra parte si riconoscono diversi orientamenti un po’ in tutte le varie discipline terapeutiche. L’orientamento psicomotorio del “Paese di Oz” fa riferimento alla Pratica Psicomotoria di una delle scuole francesi: il bambino è riconosciuto nella sua globalità fatta di parti emotive, affettive, cognitive e motorie assieme, così come la parola stessa psico-motricità suggerisce, vengono accolti e riconosciuti sia gli aspetti psichici che quelli motori, uniti tra loro, in relazione, e pertanto considerati inscindibili.

Gli obiettivi generali della psicomotricità sono quelli di accogliere e rispondere ai bisogni profondi del bambino, favorire gli aspetti creativi e la formazione del pensiero. Per entrare subito nel cuore di questa esperienza si può dire che l’originalità della Pratica Psicomotoria è l’assunzione dell’importanza del corpo e dell’esperienza corporea e di movimento nello sviluppo psicologico, cognitivo ed emotivo del bambino, attraverso il gioco e il piacere sensomotorio. Il gioco è il mezzo che la psicomotricità utilizza per entrare in relazione, e il piacere è il motore dell’esperienza, partendo dal presupposto che tutti i bambini indistintamente e indipendentemente dall’età, dal paese in cui vivono e da eventuali disagi o patologie che possiedono, giocano e utilizzano il corpo e il movimento per giocare. Attraverso il gioco sensomotorio, simbolico e di rappresentazione i bambini ci parlano di loro stessi, del loro mondo interiore in relazione a quello esteriore, dei loro affetti, delle loro paure, delle loro emozioni e perché no, anche e soprattutto delle loro angosce. E sono proprio le angosce che non trovano rassicurazione a creare e aumentare il disagio e i problemi del bambino, tanto più in situazioni di difficoltà e di patologia. ll bambino cerca e trova la rassicurazione nel movimento corporeo e nel gioco. E dunque la psicomotricità si occupa proprio di questo, di accogliere e riconoscere il desiderio, il piacere e l’eventuale disagio di ciascun bambino e di aiutarlo, attraverso una relazione significativa, a rassicurarsi e così ad evolvere e crescere. Con l’aiuto dell’adulto il bambino può esprimere e giocarsi le proprie emozioni anche quelle più forti, proiettandole fuori da “sé” per rappresentarle simbolicamente, assumendo dei ruoli e facendo finta di essere qualcuno. In questo modo può vivere e condividere le proprie emozioni, giocandosele nella relazione con l’adulto e così facendo prenderne una distanza, sdrammatizzandole, trasformandole ed imparando così a controllarle. Il ruolo dell’adulto non è prescrittivo; l’adulto non fa da guida al bambino né gli si sostituisce ma si mette in posizione di ascolto per accogliere i suoi bisogni, aiutarlo ad esprimerli attraverso una tecnica e competenze specifiche, prediligendo il linguaggio non verbale.

La sala di psicomotricità diventa pertanto un posto “speciale” per il bambino, un luogo da investire settimanalmente attraverso una relazione significativa con l’adulto. Il setting è costituito da tempi e spazi precisi oltre che materiali specifici.

Materiali e spazi della sala di psicomotricità

Le caratteristiche principali della sala di psicomotricità sono i materiali utilizzati e gli spazi di gioco proposti. I materiali non sono strutturati al fine di non indurre a priori nel bambino un significato simbolico codificato dell’oggetto; dunque si utilizzano parallelepipedi e cubi di gommapiuma colorati che possono diventare “automobili”, “casette”, “letti”, “castelli”, “treni” o quant’altro, a seconda del senso che il bambino gli attribuisce; teli colorati di varie dimensioni per il gioco di travestimento, palloni, bastoni, cerchi. Per il gioco sensomotorio vengono allestiti materassi, scivoli, spalliera ecc.; per la rappresentazione si propongono legnetti per costruzioni, creta da manipolare, carta e colori per lasciare una traccia.

Per quanto riguarda gli spazi, i principali sono tre: sensomotorio, simbolico e di rappresentazione.

Spazio sensomotorio: lo spazio sensomotorio è il luogo nel quale il bambino esprime l’unità di sé stesso poiché stimola assieme la percezione delle sensazioni corporee e degli stati tonico-emozionali, consentendo l’attivazione della globalità. Il bambino in questo spazio vive tutta una serie di situazioni limite che gli consentono di percepirsi e riconoscersi nei propri limiti e confini corporei; attraverso questo tipo di giochi quali ad es. i salti, i rotoloni, le scivolate ecc. lo psicomotricista aiuta il bambino nella strutturazione del Sé corporeo e nella costruzione dell’identità.

Spazio simbolico: il bambino nel gioco di “far finta…” esprime tutto il suo mondo interiore in relazione a quello esteriore; così facendo gli affetti e le emozioni importanti trovano una via di espressione che viene accolta dal terapista il quale ne facilita la rappresentazione simbolica. Lo psicomotricista, cogliendo il bisogno del bambino, lo aiuta a costruire il suo gioco all’interno di una cornice di senso condivisa, sostenendo in questo modo anche la strutturazione del pensiero.

Spazio di rappresentazione: questo tipo di gioco sostiene la tappa simbolico-rappresentativa dell’apertura al pensiero. Il bambino viene invitato ad usare materiali quali i legnetti per costruire, il disegno o la creta da manipolare, per mettere in forma e rappresentare ciò che prima ha giocato con il corpo. In questo modo il bambino ha la possibilità di prendere una distanza dall’intenso coinvolgimento motorio ed emotivo del gioco precedente e riproporlo ad un livello astratto.

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